IL COMANDAMENTO DI RICORDARE I COMANDAMENTI
L’ISTRUZIONE SUL TZITZIT
Il comandamento del tzitzit, dato da Dio tramite Mosè durante i 40 anni di peregrinazione, ordina ai figli d’Israele — sia nati nel popolo che gentili — di fare delle frange (tzitzit [ציצת], che significa fili, frange, nappe) agli angoli dei loro indumenti, includendo un filo azzurro tra le frange.
Questo simbolo fisico serve a distinguere i seguaci di Dio, fungendo da promemoria costante della loro identità e del loro impegno verso i Suoi comandamenti.
IL SIGNIFICATO DEL FILO AZZURRO
L’inclusione del filo azzurro — un colore spesso associato al cielo e alla divinità — sottolinea la santità e l’importanza di questo segno. Questo comandamento viene dichiarato da osservare “di generazione in generazione”, indicando che non è limitato a un periodo specifico, ma deve essere osservato continuamente:
“Il Signore disse a Mosè: ‘Parla ai figli d’Israele e di’ loro: Per tutte le generazioni a venire farete delle frange agli angoli dei vostri indumenti, e metterete un filo azzurro su ciascuna frangia. Le frange vi serviranno per ricordare tutti i comandamenti del Signore, affinché li osserviate e non vi prostituiate seguendo i desideri del vostro cuore e dei vostri occhi. Così vi ricorderete di tutti i miei comandamenti e li metterete in pratica, e sarete santi per il vostro Dio.’” (Numeri 15:37-40)
IL TZITZIT COME STRUMENTO SACRO
Il tzitzit non è un semplice ornamento decorativo; è uno strumento sacro che guida il popolo di Dio all’obbedienza. Il suo scopo è chiaro: impedire ai credenti di seguire i propri desideri e condurli a una vita di santità davanti a Dio.
Indossando i tzitzit, i seguaci del Signore dimostrano la loro dedizione ai Suoi comandamenti e si ricordano quotidianamente della loro alleanza con Lui.
SOLO PER GLI UOMINI O PER TUTTI?
LA TERMINOLOGIA EBRAICA
Una delle domande più comuni riguardo a questo comandamento è se esso si applichi esclusivamente agli uomini o a tutti. La risposta si trova nel termine ebraico utilizzato in questo versetto, Bnei Yisrael (בני ישראל), che significa “figli d’Israele” (maschile).
In altri versetti, tuttavia, quando Dio dà istruzioni all’intera comunità, viene usata l’espressione Kol-Kahal Yisrael (כל-קהל ישראל), che significa “assemblea d’Israele” e si riferisce chiaramente all’intera comunità (vedi Giosuè 8:35; Deuteronomio 31:11; 2 Cronache 34:30).
Ci sono anche casi in cui la popolazione generale è indicata con la parola am (עַם), che significa semplicemente “popolo” ed è chiaramente neutra dal punto di vista del genere. Ad esempio, quando Dio diede i Dieci Comandamenti: “Allora Mosè scese dal monte verso il popolo (עַם) e disse loro” (Esodo 19:25).
La scelta delle parole per il comandamento riguardante il tzitzit nell’ebraico originale indica che esso fu rivolto specificamente ai figli (“uomini”) d’Israele.
LA PRATICA TRA LE DONNE OGGI
Sebbene alcune donne ebree moderne e alcune donne gentili messianiche amino adornare i loro vestiti con ciò che chiamano tzitzit, non vi è alcuna indicazione che questo comandamento fosse destinato a entrambi i sessi.
COME INDOSSARE IL TZITZIT
I tzitzit devono essere attaccati agli indumenti: due nella parte anteriore e due nella parte posteriore, eccetto durante il bagno (naturalmente). Alcuni considerano facoltativo indossarli mentre si dorme. Chi sceglie di non indossarli di notte segue la logica che lo scopo del tzitzit è servire da promemoria visivo, cosa inefficace durante il sonno.
La pronuncia di tzitzit è (zitzit), e le forme plurali sono tzitzitot (zitziôt) oppure semplicemente tzitzit.
IL COLORE DEI FILI
NESSUNA TONALITÀ DI AZZURRO SPECIFICA RICHIESTA
È importante notare che il brano non specifica la tonalità esatta di azzurro (o porpora) per il filo. Nell’ebraismo moderno, molti scelgono di non includere il filo azzurro, sostenendo che la tonalità esatta è sconosciuta, e usano solo fili bianchi nei tzitzit. Tuttavia, se la tonalità fosse davvero cruciale, Dio avrebbe sicuramente fornito istruzioni chiare.
L’essenza del comandamento risiede nell’obbedienza e nel costante ricordo dei comandamenti di Dio, non nella precisione del colore.
SIMBOLISMO DEL FILO AZZURRO
Alcuni credono che il filo azzurro simboleggi il Messia, anche se non esiste alcun sostegno scritturale per questa interpretazione, nonostante possa risultare suggestiva.
Altri approfittano dell’assenza di restrizioni riguardo ai colori degli altri fili — a parte l’obbligo che uno sia azzurro — per creare tzitzit elaborati e multicolore. Ciò non è consigliabile, poiché dimostra leggerezza nei confronti dei comandamenti di Dio, il che non è edificante.
CONTESTO STORICO DEI COLORI
Durante i tempi biblici, tingere i fili era costoso, quindi è quasi certo che i tzitzit originali fossero realizzati nei colori naturali della lana di pecora, capra o cammello — con tonalità che variavano dal bianco al beige. Si raccomanda di attenersi a queste tonalità naturali.
IL NUMERO DEI FILI
ISTRUZIONI SCRITTURALI SUI FILI
Le Scritture non specificano quanti fili debba avere ciascun tzitzit. L’unico requisito è che uno dei fili sia azzurro.
Nell’ebraismo moderno, i tzitzit sono solitamente realizzati con quattro fili ripiegati per formare otto fili totali. Vengono anche aggiunti dei nodi, ritenuti obbligatori. Tuttavia, questa pratica degli otto fili e dei nodi è una tradizione rabbinica, senza alcun fondamento scritturale.
NUMERI CONSIGLIATI: CINQUE O DIECI FILI
Ai nostri fini, suggeriamo di usare cinque o dieci fili per ciascun tzitzit. Questo numero è stato scelto perché, se lo scopo dei tzitzit è ricordarci i comandamenti di Dio, è opportuno che il numero dei fili si colleghi ai Dieci Comandamenti.
Sebbene nella Legge di Dio ci siano sicuramente più di dieci comandamenti, le due tavole dei Dieci Comandamenti in Esodo 20 sono da lungo tempo considerate un simbolo dell’intera Legge di Dio.
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SIMBOLISMO DEI NUMERI DEI FILI
In questo caso:
- Dieci fili potrebbero rappresentare i Dieci Comandamenti in ciascun tzitzit.
- Cinque fili potrebbero simboleggiare cinque comandamenti per tavola, anche se non è noto con certezza come i comandamenti fossero divisi tra le due tavole.
Molti speculano (senza prove) che una tavola contenesse quattro comandamenti riguardanti il nostro rapporto con Dio e l’altra sei riguardanti il nostro rapporto con gli altri.
In ogni caso, la scelta tra cinque o dieci fili è solo un suggerimento, poiché Dio non ha fornito questo dettaglio a Mosè.
“AFFINCHÉ LO GUARDIATE E RICORDIATE”
UNO STRUMENTO VISIVO PER L’OBBEDIENZA
Il tzitzit, con il suo filo azzurro, serve come strumento visivo per aiutare i servi di Dio a ricordare e mettere in pratica tutti i Suoi comandamenti. Il versetto sottolinea l’importanza di non seguire i desideri del cuore o degli occhi, che possono portare al peccato. I seguaci di Dio devono invece concentrarsi sull’obbedienza ai Suoi comandamenti.
UN PRINCIPIO SENZA TEMPO
Questo principio è senza tempo e si applica sia agli antichi israeliti che ai cristiani di oggi, i quali sono chiamati a rimanere fedeli ai comandamenti di Dio ed evitare le tentazioni del mondo. Ogni volta che Dio ci ordina di ricordare qualcosa, è perché sa che tendiamo a dimenticare.
UNA BARRIERA CONTRO IL PECCATO
Questa “dimenticanza” non significa solo non ricordare i comandamenti, ma anche non metterli in pratica. Quando una persona sta per commettere un peccato e abbassa lo sguardo verso i propri tzitzit, viene ricordata che esiste un Dio che ha dato dei comandamenti. Se questi comandamenti non vengono osservati, ci saranno conseguenze.
In questo senso, il tzitzit funge da barriera contro il peccato, aiutando i credenti a rimanere consapevoli delle loro responsabilità e saldi nella fedeltà a Dio.
“TUTTI I MIEI COMANDAMENTI”
UNA CHIAMATA ALL’OBBEDIENZA COMPLETA
Osservare tutti i comandamenti di Dio è essenziale per mantenere santità e fedeltà a Lui. I tzitzit sugli indumenti servono come simbolo tangibile per ricordare ai servi di Dio la loro responsabilità di vivere una vita santa e obbediente.
Essere santi — separati per Dio — è un tema centrale in tutta la Bibbia, e questo comandamento specifico offre un modo per mantenere viva la consapevolezza dell’obbligo di obbedienza.
IL SIGNIFICATO DI “TUTTI” I COMANDAMENTI
È importante notare l’uso del sostantivo ebraico kōl (כֹּל), che significa “tutti”, e che sottolinea la necessità di obbedire non solo ad alcuni comandamenti — come avviene nella quasi totalità delle chiese nel mondo — ma all’intero “pacchetto” di comandamenti che ci è stato dato.
I comandamenti di Dio sono, infatti, istruzioni che devono essere fedelmente seguite se desideriamo compiacerLo. Agendo in tal modo, siamo nella posizione di essere mandati a Gesù e ricevere il perdono dei nostri peccati tramite il Suo sacrificio espiatorio.
IL PROCESSO CHE PORTA ALLA SALVEZZA
COMPIACERE IL PADRE ATTRAVERSO L’OBBEDIENZA
Gesù ha chiarito che il cammino verso la salvezza inizia con l’individuo che compiace il Padre attraverso la propria condotta (Salmo 18:22-24). Quando il Padre esamina il cuore della persona e conferma la sua inclinazione all’obbedienza, lo Spirito Santo guida quella persona a osservare tutti i Suoi santi comandamenti.
IL RUOLO DEL PADRE NEL CONDURRE A GESÙ
Il Padre, poi, manda — o “dona” — questa persona a Gesù:
“Nessuno può venire a me se il Padre che mi ha mandato non lo attira; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Giovanni 6:44).
E anche:
“Questa è la volontà di Colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che Egli mi ha dati, ma che li risusciti nell’ultimo giorno” (Giovanni 6:39).
I TZITZIT COME PROMEMORIA QUOTIDIANO
I tzitzit, come promemoria visivo e fisico, svolgono un ruolo fondamentale in questo processo, servendo come aiuto quotidiano per i servi di Dio nel rimanere saldi nell’obbedienza e nella santità.
Questa consapevolezza continua di tutti i Suoi comandamenti non è opzionale, ma un aspetto fondamentale di una vita devota a Dio e allineata alla Sua volontà.
GESÙ E I TZITZIT
Gesù Cristo, nella Sua vita, ha dimostrato l’importanza di adempiere i comandamenti di Dio, incluso l’indossare i tzitzit sui Suoi indumenti. Quando leggiamo il termine greco originale [kraspedon (κράσπεδον), che significa tzitzit, fili, nappe, frange], diventa chiaro che è questo ciò che la donna con la perdita di sangue toccò per essere guarita:
“Ed ecco, una donna che aveva perdite di sangue da dodici anni si avvicinò da dietro e toccò le frange del suo mantello” (Matteo 9:20).
Allo stesso modo, nel Vangelo di Marco vediamo che molti cercavano di toccare i tzitzit di Gesù, riconoscendo che essi simboleggiavano i potenti comandamenti di Dio, che portano benedizione e guarigione:
“Ovunque andasse — nei villaggi, nelle città o nelle campagne — ponevano i malati nelle piazze, e lo pregavano di poter toccare anche solo le frange del suo mantello; e tutti quelli che le toccavano erano guariti” (Marco 6:56).
IL SIGNIFICATO DEI TZITZIT NELLA VITA DI GESÙ
Questi racconti mettono in evidenza che Gesù osservava fedelmente il comandamento di indossare i tzitzit come prescritto nella Torah. I tzitzit non erano semplici elementi decorativi, ma simboli profondi dei comandamenti di Dio, che Gesù incarnava e osservava. Il riconoscimento, da parte del popolo, dei tzitzit come punto di contatto con il potere divino sottolinea il ruolo dell’obbedienza alla Legge di Dio nel portare benedizioni e miracoli.
L’osservanza di questo comandamento da parte di Gesù dimostra la Sua completa sottomissione alla Legge di Dio e offre un esempio potente ai Suoi seguaci affinché facciano lo stesso — non solo per quanto riguarda i tzitzit, ma per tutti i comandamenti del Padre, come il Sabbato, la circoncisione, i capelli e la barba e le carni proibite.